Oggi il cliente delle strutture ricettive rinuncia tranquillamente al televisore in camera ma desidera una buona connessione Wi-Fi ritenendolo un fattore discriminante nella scelta dell’albergo, per cui diventa di primaria importanza per hotel e bed & breakfast avere un’ottima connessione ad internet ed una buona distribuzione del segnale Wi-Fi.
Fare un buon impianto di diffusione Wi-Fi per coprire grandi superfici come quelle di un Hotel che si sviluppa su più piani o sale ristoranti richiede alla base una buona progettazione ma è sempre indispensabile un’accurata verifica sul campo in quanto la propagazione del segnale dipende da tanti fattori non ultimo la qualità costruttiva delle pareti e dei solai per cui ogni installazione è unica e di conseguenza anche fare un preventivo di spesa, lo standard di trasmissione del segnale Wi-Fi per sua natura non permette la trasmissione con grandi potenze in quanto, anche se teoricamente è possibile fare degli Access Point potenziati, la bontà della comunicazione dipende dagli apparecchi dei clienti consumer che vi si collegano per il semplice motivo che la comunicazione avviene in tutte e due le direzioni e il telefono o il computer che utilizziamo dovrebbero avere una potenza di trasmissione maggiorata per raggiungere un access point molto distante o con molti ostacoli.
La nostra soluzione per evitare d’installare un access point per ogni stanza e quindi cercare di ridurre al minimo i costi è di utilizzare una strategia che consiste nell’installazione iniziale di un minimo di access point nei punti chiave da noi individuati secondo la nostra esperienza ed integrarli con ulteriori access point connessi alla rete cablata o in wireless nei punti scoperti dalla copertura del segnale, a questo scopo il prodotto che abbiamo individuato per le nostre installazioni è la serie Unifi della Ubiquiti per la stabilità della connessione e la semplicità di configurazione uniti ad un’ottima estetica.
Anche se la normativa al proposito non lo richiede più bisogna predisporre anche una politica di accesso alla rete che permetta di tenere traccia degli apparati che si collegano ad internet in modo da salvaguardarsi dai possibili reati compiuti attraverso la connessione ad internet dell’esercente, a questo scopo ci sono molteplici soluzioni: da un piccolo server gestito in proprio ai sistemi di HotSpot professionali che oltre a identificare i nostri ospiti danno anche la possibilità di possibilità di inviare comunicazioni ed offerte personalizzati.
Oggi la tecnologia mette a disposizione mezzi per il riconoscimento degli utilizzatori ed il comando di apparecchiature elettroniche diverse permettendo così la gestione ed il controllo degli accessi alle sole persone autorizzate nelle aree private e nello stesso modo consente di rimuovere con estrema facilità chi ne perda i requisiti.
In particolare grazie al nostro sistema di controllo accessi programmabile è possibile comandare l’apertura di cancelli e portoni nel condominio tramite un’unica scheda magnetica personale che riconoscerà l’utente ed i privilegi associati, per cui si potrà ad esempio programmare le chiavi per:
Dare accesso perpetuo a tutti i condomini;
Dare accesso ad eventuali mezzi d’opera e operai durante la settimana dalle 7:00 alle 17:00 vietandolo nei weekend o fuori orario, fino all’esaurimento del cantiere;
Dare accesso a tutte le persone autorizzate nelle fasce di pertinenza(giardinieri e manutentori);
disabilitare le chiavi in dotazione agli ex inquilini;
Ricapitolando il nostro sistema di controllo accessi riconosce con esattezza ogni singola chiave e si comporta nel modo programmato per ognuna di esse quindi sarà possibile attivare ogni card con fasce orarie e scadenze personalizzate per un periodo limitato o per tutti i giorni ma solo in certe fasce orarie e naturalmente anche con accesso illimitato, può essere utilizzato per aziende uffici e complessi residenziali.
Distribuzione in fibra ottica, la nuova soluzione proposta da Sky
Chi si occupa di installazione di impianti di distribuzione del segnale TV nei condomini si trova spesso a dover affrontare problemi legati al passaggio dei cavi nelle infrastrutture degli edifici.
In tali situazioni è oggi possibile sfruttare una nuova tecnologia che sta rivoluzionando le modalità di realizzazione degli impianti centralizzati: la distribuzione del segnale che sfrutta come mezzo di trasmissione la fibra ottica.
La fibra ottica è costituita da un sottilissimo filo di materiale vetroso all’interno del quale si propaga il segnale sotto forma di impulsi di luce, generati da una sorgente luminosa. Per rendere la fibra maneggevole durante l’installazione e garantire la necessaria resistenza strutturale dei cavi alla trazione, la fibra viene rivestita in kevlar, arrivando a costituire cavi di diametro pari a 3 mm (i cavi coassiali solitamente utilizzati per la cablatura verticale hanno un diametro pari a 7 mm). Il ridotto diametro che si ottiene utilizzando un cavo in fibra ottica permette di risolvere tutti i problemi dovuti alla mancanza di spazio.
La Figura 1 mostra lo schema della distribuzione di un tipico impianto satellitare centralizzato a multiswitch, che sfrutta i normali cavi coassiali in rame. Confrontando lo schema di Figura 1 con quello di Figura 2, che rappresenta la distribuzione di un impianto in fibra ottica, è possibile apprezzare la cospicua riduzione di ingombro di tali tipi di impianto.
Gli apparati che compongono la distribuzione occupano spazi di pochi centimetri e il cavo, come mostrato in Figura 3 ha micro-connettori di facile gestione e di dimensioni ridottissime.
Un singolo cavo in fibra ottica è in grado di trasportare l’intera banda satellitare. La bassa attenuazione permette la distribuzione del segnale a grandi distanze, mantenendo la qualità del segnale e limitando i consumi di energia.
Essendo costituita da materiale dielettrico , la fibra ottica non necessita la messa a terra, elimina i rischi
da contatto diretti, indiretti e dovuti a fulminazioni.
La trasmissione della luce in una fibra ottica può raggiungere elevate distanze senza subire perdite
considerevoli, supportando applicazioni ad alta velocità e ad elevate bande trasmissive insostenibili
da altre tecnologie. In Figura 4 è rappresentato un esempio di sistema di distribuzione TV in fibra ottica.
I principali apparati che lo compongono sono:
un LNB ottico, posto sul braccio della parabola, con la funzione di ricevere il segnale da satellite e trasmetterlo attraverso la sua porta ottica all’impianto;
cavi in fibra ottica pre-intestati e di varia lunghezza che interconnettono partitori e derivatori di segnale (dispositivi evidenziati lungo la distribuzione, che servono a ripartire opportunamente il segnale lungo l’impianto);
convertitori ottico-elettrici in prossimità di ogni appartamento, con la funzione di trasformare il segnale ottico nel segnale elettrico in banda 1a IF perfettamente uguale a quello in uscita da un LNB singolo universale (Twin o Quad). Pertanto questo dispositivo garantisce la piena compatibilità degli impianti in fibra ottica con tutte le tipologie di decoder satellitare.
La figura 5 mostra il particolare di connessione tra convertitore ottico-elettrico e un decoder My Sky HD: si tratta di un cavo coassiale standard per ognuna delle porte del decoder.
In Figura 6 è mostrato il dettaglio dello schema di collegamento tra gli apparati che costituiscono un impianto in fibra ottica .
La trasmissione sopra descritta permette di servire contemporaneamente fino a 32 appartamenti sfruttando i seguenti vantaggi fruibili solo grazie alla nuova tecnologia in fibra ottica:
distribuzione completamente passiva con possibilità di passare il cavo anche in canaline elettriche (massima flessibilità in fase di realizzazione);
distribuzione dell’impianto attenibile con un solo cavo di dimensioni ridotte, pur garantendo la disponibilità dell’intera banda satellitare ad ogni appartamento;
contributo economico fornito da Sky sui convertitori ottico-elettrici per chi si abbona.
Ancora oggi molti impianti non risultano in regola in base al DM 37 / 08.
Perché adeguare il proprio impianto anche se funziona ?
Il motivo è semplice :
Perché l’impianto della nostra abitazione o della nostra attività lavorativa può presentare dei vizi non individuabili con facilità da un esame a vista e solo con una verifica strumentale eseguita a cura di un tecnico abilitato può accertare il permanere delle condizioni di sicurezza richieste dalle norme e dalle leggi vigenti.
Superfluo ricordare che proprio negli ambienti domestici si verificano la maggior parte degli incidenti e quindi di infortuni di qualsiasi natura e fra queste una è senza dubbio la cause di natura elettrica.
Per fare un esempio, la corrente che si prende nella carcassa della lavatrice come di qualsiasi altro elettrodomestico, così come sotto l’acqua della doccia sono solo alcuni dei campanelli di allarme che indicano un serio problema all’impianto.
La mancanza del salvavita in uno degli alloggi, in caso di guasto di un elettrodomestico, può causare la folgorazione di una persona che tocca le parti comuni degli impianti condominiali come il cancello elettrico o le tubazioni idriche o di altro inquilino semplicemente immerso nella sua vasca da bagno.
Pertanto, risulta evidente e doveroso che è necessario rendere conforme il proprio impianto elettrico alle attuali normative e renderlo più sicuro.
Ricordiamo che ad oggi un condominio su tre ancora non risulta dotato di impianto di terra.
Trattasi di condomini realizzati anteriormente al 13 marzo 1990 , data di entrata in vigore della legge 46/90.
In base all’art. 7 della legge 46/90 tutti gli impianti elettrici dovevano essere adeguati alla regola dell’arte entro tre anni e secondo l’art. 5 del PPR 447/91 ( regolamento di attuazione della legge 46/90 ) sono adeguati , ai fini della protezione contro i contatti indiretti, gli impianti realizzati prima del 13 marzo 1990 dotati di interruttore differenziale da 30 mA , anche senza l’impianto di terra.
Ma ciò è applicabile unicamente alla unità abitative, in quanto nei luoghi di lavoro l’impianto di terra è sempre stato richiesto dal DPR 547/55 e attualmente dal DLgs 81/08.
Le parti comuni di un condominio sono spesso un luogo di lavoro in quanto può essere presente il portiere o negozi e/o artigiani oppure studi medici o professionali.
Solamente nei casi in cui nel condominio non siano presenti lavoratori si può sostenere che non sussista l’obbligo di adeguare gli impianti elettrici realizzando l’impianto di terra condominiale.
Ma è vero anche, che , per tutti gli interventi sugli impianti
(trasformazioni o ampliamenti) realizzati o da realizzare sulle parti comuni dopo il 13 marzo 1990 è richiesto l’impianto di terra , in quanto non possono essere considerati a regola d’arte.
Oppure per tutti gli inquilini che dopo la data del 13 marzo 1990 hanno rinnovato o hanno intenzione di rinnovare o ampliare o trasformare il loro impianto si trovano nella condizione di provvedere a loro esclusivo carico alla realizzazione dell’impianto di terra , in quanto nessun installatore che viene chiamato a realizzare un nuovo impianto dal Sg Rossi può dichiarare la conformità dell’impianto realizzato se non realizza anche l’impianto di terra. In sintesi e in base a quanto finora illustrato si evince che :
Un impianto di terra condominiale, costituito dai dispersori e dal montante di terra fino alle soglie delle singole unità abitative , serve per eliminare tali problemi e aumentare la sicurezza degli impianti sia degli impianti delle parti comuni che degli impianti all’interno delle unità abitative.
Oltre a quanto sopra, la legge 220 del 11 dicembre 2012 “ modifiche alla disciplina del condominio negli edifici “ introduce un nuovo obbligo a carico degli amministratori di condominio che riguarda gli impianti previsto nel modificato art 1130 del codice civile. Tale obbligo consiste nella tenuta del “registro di anagrafe condominiale che deve contenere ogni dato relativo alla condizioni di sicurezza “. Tale registro infatti deve contenere i documenti relativi sia alle parti comuni che delle singole unità immobiliari .
I documenti essenziali relativi agli impianti elettrici sia del condominio che delle singole unità immobiliari che devono essere contenuti nel registro di anagrafe condominiale sono:
Per i luoghi destinati ad abitazione :
La dichiarazione di conformità ( DI.CO. ) degli impianti adeguati prima del 13 marzo 1990.
La dichiarazione di conformità ( DI.CO. ) degli impianti realizzati dopo il 13 marzo 1990 e prima del 27 marzo 2008 completa di tutti gli allegati ( schema dell’impianto realizzato, relazione dei materiali impiegati, planimetria dei punti luce, copia dell’iscrizione camerale dalla quale si evince che la ditta incaricata possiede i relativi requisiti tecnico professionali per l’impianto eseguito ) oppure, in sua assenza, la dichiarazione di rispondenza dello stesso ( DI.RI.).
Solo per i luoghi di lavoro và richiesto anche :
Le documentazioni relative alle manutenzioni periodiche degli impianti ( prevista dal DM 37/08 art. 8, comma 2 ed inoltre dal DLgs 81/08, art. 86 per i luoghi di lavoro )
Il verbale di verifica periodica in base al DPR . 462/01 per gli impianti soggetti a tale decreto delle unità immobiliari adibite a luoghi di lavoro come per esempio : la portineria oppure lo studio medico di un dottore o di un centro estetico o di benessere.
L’articolo 1130 punto 6 del codice civile prevede quanto segue:
curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza delle parti comuni dell’edificio. ogni variazione dei dati deve essere comunicata all’amministratore in forma scritta entro sessanta giorni. L’amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, richiede con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l’amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili;
Come si può notare la legge ha fatto un considerevole passo avanti verso l’estensione del concetto di sicurezza all’interno degli edifici.
E il decreto 37/08 offre, per chi non avesse ancora adempiuto agli obblighi di conformità del proprio impianto, un valido e riconosciuto strumento che si chiama dichiarazione di rispondenza ( DI.RI.)
Cos’è?
E’ il controllo di tutte quelle condizioni di sicurezza minime che l’impianto deve possedere secondo le norme di buona tecnica e la verifica dell’impianto tramite apposita strumentazione al fine di accertare il corretto intervento dei salvavita e della messa a terra, e la relativa produzione di documentazione mancante o incompleta quali la planimetria con l’indicazione dei punti luce e lo schema dell’impianto stesso.
Al termine di tali controlli e verifiche il professionista incaricato rilascerà al committente la dichiarazione di rispondenza ( DI.RI.) dello stesso alla regola dell’arte.
Questo vale , come sopra citato per tutti quegli impianti realizzati fra il 13 marzo 1990 e il 27 marzo 2008.
Vale la pena di ricordare che tanto la dichiarazione di conformità quanto la dichiarazione di rispondenza dell’impianto servono a dare valore non solo al vostro impianto elettrico ma anche allo stesso immobile in caso di compravendita. Inoltre il proprietario dell’immobile è sollevato dalla responsabilità civile e penale in caso d’infortunio per i pericoli derivanti dall’uso dell’impianto elettrico, in quanto la ditta esecutrice dell’impianto si assume tale responsabilità.
Le telecamere Mobotix meritano un discorso a parte nel panorama della video sorveglianza, sono caratterizzate da una filosofia unica in quanto sono progettate per lavorare autonomamente essendo dotate di una logica autonoma, in grado di salvare le immagini in locale su una memoria SD, su una condivisione di rete o su un server web senza l’ausilio di ulteriore hardware.
Caratteristiche
Sistema a doppia telecamera HiRes per ogni eventualità La telecamera M15 AllroundDual è una telecamera di rete professionale dotata di eccellente equipaggiamento, che rappresenta il fiore all’occhiello della gamma prodotti MOBOTIX. L’integrazione di uno o due sensori d’immagine facili da montare e sostituire e di parecchie funzioni e innovazioni tecniche si traduce in innumerevoli possibilità di utilizzo: per applicazioni di videosicurezza, nel settore commerciale, privato e pubblico, come telecamera di sorveglianza, webcam anche meteo, in interni ed esterni, di giorno e di notte.
Sistema a struttura modulare
La piattaforma per telecamera M15 consta di tre componenti principali:
1. alloggiamento contenente elettronica integrata per telecamera, memoria flash, porte esterne (Ethernet, MxBus, MiniUSB) e supporto premontato VarioFlex per montaggio a parete o a soffitto
2. elemento frontale per alloggiare uno o due moduli sensori, dotato di microfono, altoparlante, sensore a infrarossi passivo (PIR), sensore della temperatura esterna e LED di stato
3. uno oppure due moduli sensore (S15D) dotati di obiettivo, sensore immagine, microfono e LED di stato Per garantire massima flessibilità al cliente, la piattaforma per telecamera M15 viene consegnata senza obiettivi/sensori con lunghezze focali prestabilite.
Moduli sensore M15D
In tutto, per la piattaforma M15 si possono scegliere sei diverse lunghezze focali, ciascuna nella variante giorno o notte. Grazie alla compensazione controluce, le telecamere MOBOTIX non necessitano di auto-iride meccanica per alcun obiettivo, il che le rende estremamente robuste ed esenti da manutenzione.
• L25 supergrandangolare con angolo di ripresa di 82° (orizzontale)
• L38 grandangolare con angolo di ripresa
di 54° (orizzontale)
• L51 grandangolare con angolo di ripresa
di 39° (orizzontale)
• Teleobiettivo L76 con angolo di ripresa di 27° (orizzontale)
• Teleobiettivo L160 con angolo di ripresa di 13° (orizzontale)
• Obiettivo Fisheye L12 (angolo di ripresa di 180°)
Per ottenere i toni di libero occupato simili a quelli utilizzati sulla nostra rete telefonica pubblica nei telefoni collegati agli adattatori ATA Cisco basterà modificare alcuni parametri elencati qui di seguito nella pagina di configurazione Regional
La videosorveglianza negli ultimi anni sta subendo un’enorme trasformazione grazie alla tecnologia informatica. Per anni l’unica evoluzione possibile è stata nelle ottiche e nei sistemi di video registrazione, inizialmente con i moderni DVR (digital video recorder) dotati di Hard Disk che hanno sostituito i vecchi video registratori con cassette VHS time lapse incrementando notevolmente la durata e la qualità di registrazione poi grazie al collegamento ad internet hanno permesso la consultazione delle immagini in diretta e registrate da un computer remoto .
Oggi grazie alla diffusione delle telecamere IP stiamo vivendo una nuova rivoluzione del settore infatti è stato possibile incrementare la risoluzione video per una ricchezza di particolari senza precedenti grazie alla possibilità di ingrandire i particolari senza sgranare, le tecnologie digitali sono molto più affidabili di quelle analogiche e la qualità delle immagini rimane invariata in tutte le condizioni di utilizzo, le immagini possono essere copiate montate e trasmesse senza nessuna perdita di qualità.
Oltre ad offrire una qualità video superiore le telecamere IP permettono una maggiore flessibilità in quanto permettono di sfruttare le infrastrutture di rete cablate e wireless che già si utilizzano in tutte le aziende e che si stanno diffondendo nelle moderne abitazioni, per cui se abbiamo un collegamento di rete tra gli uffici e il magazzino della nostra attività si potranno installare facilmente le telecamere senza stendere un cavo dedicato ma collegandole semplicemente allo switch di rete più vicino
Se paragoniamo le risoluzioni delle moderne telecamere IP alle migliori telecamere analogiche salta subito all’occhio l’enorme differenza con una risoluzione di appena 0,3 megapixel.
megapixel
Pixel
1.3
1280×1024
1.4
1400×1050
1.9
1600×1200
2.3
1920×1200
3.1
2048×1536
4.1
2560×1600
5.2
2560×2048
Osserva gli esempi nella galleria
0,3 megapixel
1,3 megapixel
1,4 megapixel
1,9 megapixel
2,3 megapixel
3,1 megapixel
La scelta delle telecamere e del supporto di registrazione deve essere fatta tenendo in considerazione l’area da monitorare i costi del cablaggio e la qualità delle immagini, una maggiore risoluzione permette di utilizzare meno telecamere e quindi un risparmio sui costi di installazione oltre ad un ulteriore risparmio sul consumo dovuto al minor numero di telecamere, nel conteggio delle telecamere dobbiamo considerare che una telecamera analogica ha una definizione tipica di 640×480 pixel pari a 0,3 megapixel per cui utilizzando una telecamera IP con una risoluzione di 1280×1024 pari a 1,3 megapixel si può sorvegliare la stessa area contigua per cui si sarebbero dovute utilizzare 4 telecamere analogiche con la stessa ricchezza di particolari.
Per quanto riguarda la memorizzazione delle immagini inizialmente era necessario l’utilizzo di un server dedicato per cui non era possibile realizzare piccoli impianti con un limitato numero di telecamere ma da alcuni anni hanno fatto la loro comparsa sul mercato gli NVR registratori dedicati con un funzionamento analogo ai DVR utilizzati per gli impianti analogici, possono avere un’unica presa LAN da collegare ad uno switch o più prese dotate di alimentazione PoE sulle quali si possono collegare le singole telecamere, un’ulteriore variante sono gli NVR ibridi che oltre alle prese di rete LAN hanno uno o più ingressi per telecamere analogiche.
Possiamo ragionevolmente affermare che i costi della tecnologia IP nella videosorveglianza sono concorrenziali alla tecnologia analogica anche se il costo di telecamere e NVR è pari quasi al doppio degli analogici questa tecnologia offre un notevole risparmio sugli impianti e nella quantità di telecamere necessarie.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incessante moltiplicarsi di funzioni per il nostro telefono con l’avvento dei cellulari è diventato portatile poi ci ha permesso di comunicare con messaggi di testo SMS infine oggi grazie agli smartphone il nostro cellulare ci permette di navigare su internet e con le nuove applicazioni si aggiungono ogni giorno nuove funzioni, oggi è possibile aggiungere una nuova funzione per i nostri telefonini ma questa volta non si tratta di una nuova App scaricabile ma di un utilissimo dispositivo che collegato ai nostri impianti ci permette di comandare a distanza in piena sicurezza diversi dispositivi.
Oggi possiamo eliminare un altro oggetto che da alcuni anni siamo costretti a portarci ovunque appeso al nostro mazzo di chiavi: il telecomando del nostro cancello, grazie ad un’utile interfaccia possiamo abbandonare questo accessorio abbandonando anche le preoccupazioni che lo accompagnano, oggi ciascuno di noi può sostituirlo con il telefonino che normalmente accompagna le nostre giornate per tanti altri motivi e con la massima sicurezza.
L’interfaccia GSM funziona appoggiandosi alla rete mobile per cui necessita di una scheda Sim di un qualsiasi operatore, semplicemente aggiungendo il nostro numero telefonico alla programmazione sarà possibile abilitare il telefono alle funzioni di comando, a questo punto basterà fare uno squillo al numero assegnato alla Sim telefonica per essere riconosciuti ed attivare le funzioni di telecontrollo che il dispositivo è in grado di realizzare che sono principalmente due: Apri-cancello e Comando in remoto di qualsiasi dispositivo (Impianto di riscaldamento, Impianto di condizionamento, Impianto d’irrigazione, ecc.).
Oggi grazie alla tecnologia IP è possibile trasportare qualsiasi tipo di segnale convogliandolo nella rete locale, così la nostra azienda che da anni opera nel settore delle telecomunicazioni ha sviluppato un impianto citofono e video citofono basato su componentistica standard facilmente reperibile sul mercato e intercambiabile.
Un sistema citofonico così strutturato diventa perfettamente scalabile ed espandibile consentendo di gestire da un minimo di un utenza fino a diverse centinaia di utenze collegate in rete con costi contenuti ad esempio sostituire un sistema citofonico per 24 utenze avrebbe un costo orientativo di circa 120 euro per ogni unità abitativa presentando grandi vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali che esponiamo qui di seguito :
Possibilità di comunicazione tra utenti
Possibilità di comunicazione tra utenti e posto esterno
Comando apriporta con codice
Mantenimento della Privacy
Scalabilità del sistema
Durata nel tempo grazie all’intercambiabilità dei componenti
Ogni terminale interno ha una propria tastiera che può servire per chiamare direttamente altri utenti o per comandare l’apertura di un portone o di un cancello, allo stesso modo dalla tastiera esterna è possibile chiamare direttamente gli utenti di cui si conosce già il numero identificativo.
Abbiamo scelto come terminale interno il telefono Siemens modello DA210 che gode di un ottimo rapporto qualità prezzo oltre ad essere facilmente installabile a muro ma nulla vieta di utilizzare più terminali come un telefono da tavolo o un cordless, questo permetterà anche in futuro di avere un bassissimo rischio di obsolescenza dell’impianto.
Il sistema video citofonico comprende un impianto di distribuzione video per permettere di vedere il chiamante, in questo caso abbiamo previsto l’installazione di un monitor LCD a colori da 7″ che porterà il costo orientativo per unità abitativa a circa 260 euro per una palazzina con 24 utenze.