DVB-T2 – il tuo televisore è compatibile?

Da qualche tempo si sente parlare che gli standard di trasmissione televisiva cambieranno di nuovo si passerà dall’attuale DVB-T al nuovo DVB-T2 ma in molti non hanno ancora capito bene cosa succederà in realtà e che impatto avrà sulla nostra casa.

La prima cosa da sapere è se i nostri apparecchi sono compatibili, questo possiamo saperlo leggendone le caratteristiche sul manuale o sulla targhetta posteriore, anche se è una cosa molto semplice alcuni potrebbero avere difficoltà a fare quest’operazione per cui il ministero ha disposto che Rai e Mediaset dovranno inserire nei bouquet principali un canale test che prenderà rispettivamente il canale 100 e il canale 200 nel quale comparirà un cartello che riporterà laconicamente la scritta “Test HEVC Main 10” questo significa che il segnale viene trasmesso con la modalità High Efficiency Video Coding con codifica a 10 bit, se lo visualizziamo saremo sicuri che il nostro televisore continuerà a funzionare anche dopo il cambio di tecnologia.

Per fare la verifica innanzitutto bisogna fare una ricerca completa dei canali ricevibili, dopo esserci assicurati di ricevere i canali Rai e Mediaset possiamo andare sul canale 100 o 200 se visualizzeremo la scritta “Test HEVC….” saremo sicuri che anche dopo il cambio di tecnologia (Switch off), che avverrà tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, il nostro televisore non avrà problemi di ricezione, solo nel caso in cui avremo un messaggio di canale non trovato dovremo prepararci per il cambio di tecnologia acquistando un nuovo televisore o un nuovo decoder da collegare al vecchio televisore in grado di ricevere il DVB-T2, magari approfittando del Bonus TV statale di 50 euro.

Il futuro degli impianti TV centralizzati 

Distribuzione in fibra ottica, la nuova soluzione proposta da Sky

Chi si occupa di installazione di impianti di distribuzione del segnale TV nei condomini si trova spesso a dover affrontare problemi legati al passaggio dei cavi nelle infrastrutture degli edifici.
In tali situazioni è oggi possibile sfruttare una nuova tecnologia che sta rivoluzionando le modalità di realizzazione degli impianti centralizzati: la distribuzione del segnale che sfrutta come mezzo di trasmissione la fibra ottica.

La fibra ottica è costituita da un sottilissimo filo di materiale vetroso all’interno del quale si propaga il segnale sotto forma di impulsi di luce, generati da una sorgente luminosa. Per rendere la fibra maneggevole durante l’installazione e garantire la necessaria resistenza strutturale dei cavi alla trazione, la fibra viene rivestita in kevlar, arrivando a costituire cavi di diametro pari a 3 mm (i cavi coassiali solitamente utilizzati per la cablatura verticale hanno un diametro pari a 7 mm). Il ridotto diametro che si ottiene utilizzando un cavo in fibra ottica permette di risolvere tutti i problemi  dovuti alla mancanza di spazio.

Figura1-2La Figura 1 mostra lo schema della distribuzione di un tipico impianto satellitare centralizzato a multiswitch, che sfrutta i normali cavi coassiali in rame. Confrontando lo schema di Figura 1 con quello di Figura 2, che rappresenta la distribuzione di un impianto in fibra ottica, è possibile apprezzare la cospicua riduzione di ingombro di tali tipi di impianto.
Gli apparati che compongono la distribuzione occupano spazi di pochi centimetri e il cavo, come mostrato in Figura 3 ha micro-connettori di facile gestione e di Figura3dimensioni ridottissime.

Un singolo cavo in fibra ottica è in grado di trasportare l’intera banda satellitare. La bassa attenuazione permette la distribuzione del segnale a grandi distanze, mantenendo la qualità del segnale e limitando i consumi di energia.
Essendo costituita da materiale dielettrico , la fibra ottica non necessita la messa a terra, elimina i rischi
da contatto diretti, indiretti e dovuti a fulminazioni.
La trasmissione della luce in una fibra ottica può raggiungere elevate distanze senza subire perdite
considerevoli, supportando applicazioni ad alta velocità e ad elevate bande trasmissive insostenibili
da altre tecnologie.
Figura4In Figura 4 è rappresentato un esempio di sistema di distribuzione TV in fibra ottica.
I principali apparati che lo compongono sono:

  • un LNB ottico, posto sul braccio della parabola, con la funzione di ricevere il segnale da satellite e trasmetterlo attraverso la sua porta ottica all’impianto;
  • cavi in fibra ottica pre-intestati e di varia lunghezza che interconnettono partitori e derivatori di segnale (dispositivi evidenziati lungo la distribuzione, che servono a ripartire opportunamente il segnale lungo l’impianto);
  • convertitori ottico-elettrici in prossimità di ogni appartamento, con la funzione di trasformare il segnale ottico nel segnale elettrico in banda 1a IF perfettamente uguale a quello in uscita da un LNB singolo universale (Twin o Quad). Pertanto questo dispositivo garantisce la piena compatibilità degli impianti in fibra ottica con tutte le tipologie di decoder satellitare.
    La figura 5 mostra il particolare di connessione tra convertitore ottico-elettrico e un decoder My Figura5Sky HD: si tratta di un cavo coassiale standard per ognuna delle porte del decoder.

Figura6In Figura 6 è mostrato il dettaglio dello schema di collegamento tra gli apparati che costituiscono un impianto in fibra ottica .

La trasmissione sopra descritta permette di servire contemporaneamente fino a 32 appartamenti sfruttando i seguenti vantaggi fruibili solo grazie alla nuova tecnologia in fibra ottica:

  • distribuzione completamente passiva con possibilità di passare il cavo anche in canaline elettriche (massima flessibilità in fase di realizzazione);
  • distribuzione dell’impianto attenibile con un solo cavo di dimensioni ridotte, pur garantendo la disponibilità dell’intera banda satellitare ad ogni appartamento;
  • contributo economico fornito da Sky sui convertitori ottico-elettrici per chi si abbona.

Spaccato